Alla scoperta dell’antica città fortificata di Sana’a
Sana’a è la splendida capitale dello Yemen, una vasta città di quasi 2.000.000 di abitanti, situata a circa 2.300 metri d’altezza al centro di un vasto altopiano nell’area occidentale del Paese. Tra le centinaia di città che abbiamo visitato nel corso dei nostri viaggi, Sana’a e decisamente quella che ci ha colpito maggiormente. Se dovessimo sceglierne solamente una dove poter tornare e trascorrere del tempo, senza dubbio sceglieremmo proprio questa città Yemenita. Ciò che la rende unica al mondo, è la perfetta conservazione del centro storico, la vecchia città fortificata, un insediamento abitato da oltre 2.500 anni dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1986.
Il centro storico lascia veramente senza parole, è un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, un’esperienza assolutamente unica e suggestiva. La prima nostra impressione non appena varcata la famosa porta di ingresso, chiamata Bal Al Yemen (la “porta dello Yemen”), l’unica rimasta delle 8 che puntellavano le mura, è stata di incredibile stupore, non potevamo credere ai nostri occhi. Alte mura di pietra, torri merlate, abitazioni a più piani costruite con mattoni di fango e con caratteristiche finestre decorate finemente da stucchi bianchi, moschee e minareti, stretti vicoli stracolmi di persone vestite con abiti tradizionali ed una serie infinita di negozietti e bancarelle con una grande quantità di merce e prodotti tipici locali.
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L’antico Suq di Sana’a
La città vecchia era anche conosciuta per il Suq Al Milh, il più grande suq di tutta la penisola arabica, e cuore pulsante di Sana’a, caratterizzato da una miriade di piccoli suq. Ogni suq vendeva prodotti specifici che spaziavano dal qat – la famosa pianta stimolante coltivata ovunque nel Paese – alle spezie, dai datteri al caffè e tabacco, dalla frutta alla verdura, dalle scarpe ai vestiti, dai coloratissimi tessuti di seta alla tradizionale Jambiya, il pugnale ricurvo indossato da tutti gli uomini yemeniti in segno di prestigio. In ogni vicolo che abbiamo visitato l’atmosfera era veramente fiabesca.
Le stradine stracolme di persone, carretti carichi di mercanzia che sfrecciavano facendosi largo tra la folla, botteghe stipate di argenti, pugnali, e cianfrusaglie, bancarelle di qat dove si poteva assistere a concitate contrattazioni e soprattutto l’intenso odore di incenso, mirra e spezie che inebriava l’aria. I venditori, affascinati ed incuriositi dalla nostra presenza, ci invitavano ad entrare nelle loro botteghe per farci assaggiare i prodotti locali, per raccontarci qualcosa sulla loro vita e molto spesso per offrirci un’ottima tazza di tè nero, reso ancora più saporito dall’aggiunta di spezie come cardamomo e chiodi di garofano.
Un incontro molto interessante è stato con il proprietario di una bottega che vendeva la Jambiya, simbolo yemenita di fierezza e onore. Ci ha raccontato che questo tipico pugnale ricurvo con lama a doppio taglio viene indossato da tutti gli uomini a partire dai 14 anni ed è un segno distintivo per mostrare la propria ricchezza e classe sociale. In pratica, più una Jambiya è bella e decorata, più il suo possessore appartiene ad una famiglia importante ed agiata. Mentre mostra le decine di pugnali in esposizione, ci spiega che l’impugnatura è la sua parte più importante. Un tempo, l’impugnatura più costosa veniva prodotta con ossa di rinoceronte, mentre ora viene solitamente fabbricata con le corna di toro, in legno o metallo. La Jambiya viene soprattutto usata durante eventi tradizionali come i matrimoni, dove gli uomini inscenano una danza tradizionale mostrando il loro pugnale ricurvo. Oltre al suq e le splendide case decorate, un’altra attrazione da non perdere era la moschea Al Jami al Kabir, l’edificio più importante della città fortificata, costruita nel VIII secolo sui resti di un palazzo di epoca pre islamica. Si dice che fu proprio il profeta Maometto a volerne l’edificazione.
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L’accoglienza della popolazione Yemenita
La cosa che ci ha colpito maggiormente è stata la gentilezza e la curiosità delle persone che hanno sempre regalato sorrisi e timidamente cercato di scambiare due chiacchiere nonostante le evidenti difficoltà di comunicazione dovute alla lingua, affascinati dalla insolita presenza di “estranei” nei vicoli della città vecchia. E’ capitato molto spesso che ci chiedessero di scattare fotografie tutti insieme per poi rivedersi nel display della nostra macchina fotografica digitale e commentare tra di loro divertiti. Altri ci hanno invitato con nostro stupore ad impugnare la loro Jambiya, in segno di benvenuto e rispetto verso noi “ospiti” di questa fantastica città millenaria. Le poche donne incontrate erano tutte rigorosamente velate, e lasciavano trasparire solo il loro sguardo profondo ed intrigante, cercando di evitare il contatto con noi stranieri.
Purtroppo, da diversi anni, lo Yemen sta attraversando un periodo veramente buio, con la guerra civile che imperversa dietro ad ogni angolo. La coalizione di Stati Arabi che combatte i ribelli Yemeniti, sgancia bombe su installazioni governative di Sana’a, ovviamente provocando anche danni collaterali e danneggiando irrimediabilmente molti edifici del centro storico. Speriamo vivamente che questa situazione si risolva il prima possibile e che i meravigliosi abitanti dello Yemen possano tornare a sorridere e mostrare con fierezza il loro pugnale come quando abbiamo visitato questo fantastico Paese.
2 Comments
Complimenti per le foto, sono spettacolari.
Grazie!