Il nostro viaggio alla scoperta delle Isole Quirimbas 

Itinerario alle Isole Quiririmbas – giorno 2 e 3

Incontriamo Abu verso le 7.30 del mattino di fronte l’ingresso della nostra sistemazione, il piccolo e basico Karibune Camping, dove abbiamo sistemato le nostre tende. La struttura è gestita da una famiglia locale molto ospitale e, volendo, dispone anche di tre stanze con bagni e docce esterne. Sull’isola si trovano poche sistemazione, tra cui due lodge eleganti ed esclusivi, ma preferiamo vivere il posto all’avventura con le nostre tende ed arrangiarci con le persone locali. Abu ci ha organizzato un’escursione in barca al “banco di sabbia”, una striscia di sabbia che spunta dalle acque dell’oceano. Raggiungiamo la spiaggia di Ibo dove si trova la nostra imbarcazione di legno a vela e conosciamo il simpatico “capitano” Moussa, un pescatore locale che si è prestato ad accompagnarci per la nostra escursione giornaliera. 

quirimbas

La traversata a vela è ovviamente abbastanza lunga anche se in questo periodo soffia un vento abbastanza forte che fa increspare leggermente il mare. Dopo circa due ore di navigazione, arriviamo finalmente al “banco di sabbia”. Questa spiaggia, una delle più belle e incontaminate dell’arcipelago delle Quirimbas, si mostra solo quando la marea si ritira rivelando un lungo spicchio di sabbia fine. Man mano che la marea scende, a breve distanza dal banco di sabbia, si forma un’altra striscia di sabbia sottile, sempre circondata da acqua cristallina, che è possibile raggiungere con una nuotata. Ovviamente, oltre che godere di un panorama mozzafiato, l’unica cosa che si può fare qui in mezzo all’oceano è prendere il sole e rilassarsi. Volendo, per gli appassionati di snorkelling e immersione, a poca distanza dal banco di sabbia, raggiungibile in solo 5 minuti con l’imbarcazione, si trova il relitto di una vecchia imbarcazione mercantile indiana naufragata in queste acque molti anni fa. Queste acque sono popolate da una miriade di pesci tropicali e molto spesso, con un pò di fortuna, si incontrano delfini, tartarughe e balene. Trascorriamo diverse ore in questo paradiso, rilassandoci sulla spiaggia sotto il  sole battente e tuffandoci nell’acqua limpidissima per rinfrescarci.  Nel primo pomeriggio,prima che ritorni l’alta marea, riprendiamo la rotta per tornare sull’isola di Ibo. Giunti a terra, ringraziamo il capitano Moussa per la bella escursione, salutiamo Abu e andiamo sulla spiaggia a goderci il tramonto. Tornati al camping, la proprietaria ci fa una graditissima sorpresa: cena a base di calamari e pesce fresco con riso e verdure grigliate. La giornata è stata bella e stancante, dopo una bella chiacchierata ed una partita a carte, torniamo alle tende per riposarci.

quirimbas

Il terzo giorno organizziamo con Abu un’escursione sulla vicina isola di Quirimba. Si trova a sud di Ibo ed è stata la capitale dell’arcipelago dando anche il nome alle trentadue isole. Successivamente, intorno al 1500 dC, la capitale fu trasferita a Ibo a causa di ripetuti attacchi dal Sultanato Arabo di Zanzibar che tentò di conquistare l’arcipelago. Sull’isola di Quirimba è ancora possibile vedere i ruderi di qualche edificio dell’epoca coloniale  Portoghese, purtroppo lasciato in un totale stato di degrado e abbandono. L’isola è caratterizzata da grandi piantagioni di cocco e da belle distese di sabbia.

quirimbas

Partendo da Ibo di buon mattino, Abu ci fa strada verso sud attraverso la palude di mangrovie per circa 1 ora, finchè non arriviamo in riva al mare. Solitamente, con la  bassa marea, si può raggiungere l’isola di Quirimba direttamente a piedi, ma al momento la fase calante del mare non è ancora terminata. Abu, avendo previsto la situazione, si era messo in contatto con due pescatori dell’isola di Quirimba che con la loro imbarcazione si fanno trovare proprio di fronte al punto in cui abbiamo raggiunto la costa.  In circa 10 minuti di navigazione arriviamo di fronte alla spiaggia dell’isola, ma nel frattempo la marea si è fatta sempre più bassa e i pescatori non riescono ad avvicinarsi.

quirimbas

Nessun problema. Zaino in spalla e scendiamo direttamente in mare. Con l’acqua fino alle caviglie, dopo 15 minuti riusciamo a raggiungere la spiaggia di Quirimba, una lunga distesa di sabbia con diverse barche arenate a causa della  bassa marea, fiancheggiata da altissime palme da cocco.   Veniamo accolti da un ragazzo amico di Abu che ci invita a casa sua, una capanna che si trova proprio sulla spiaggia. C’è una sorpresa per noi. Abu ci ha fatto  preparare il pranzo. Sulla tavola ci sono riso, pesce,  fagioli e frutta fresca. Subito dopo questa piacevole pausa, ci rilassiamo in spiaggia cercando di trovare un punto in cui  si possa fare un bagno e rinfrescarsi dalla grande calura, poi, riprendiamo gli zaini e andiamo alla coperta del villaggio. Le persone vivono veramente con poco, non ci sono comodità di alcun tipo. Le capanne sono fatte di argilla ed hanno il tetto coperto di paglia e canne di bambù. Ovviamente, l’attività principale dell’isola è la  pesca, che grazie all’abbondanza di pesce, supporta gli abitanti ed il commercio con le altre isole e la terraferma. Seguiti da una marea sorridente di bambini, girovaghiamo tra le capanne fino che arriviamo all’antica chiesa Portoghese, un piccolo edificio dalle pareti bianche oramai  ridotto a rudere.  Nel tardo pomeriggio, non appena l’alta marea copre la lunga spiaggia di Qurimba, saltiamo a bordo dell’imbarcazione dei pescatori amici di Abu e torniamo a Ibo navigando attraverso il canale tra le mangrovie che fu creato dagli schiavi nel XVIII secolo. Anche oggi abbiamo trascorso una giornata piacevole e non vediamo l’ora di proseguire con la scoperta di altre meraviglie dell’arcipelago.

quirimbas

quirimbas

Write A Comment