Alla scoperta di Djennè, la città di argilla
Il Mali è una destinazione affascinante piena di luoghi sorprendenti ed interessanti anche se purtroppo negli ultimi anni non è stato possibile viaggiarci a causa della situazione interna poco stabile ed al rischio terrorismo. In questo paese desertico dell’Africa occidentale, famoso in passato per le sue rotte commerciali e per la sua fiorente cultura, il tempo sembra essersi veramente fermato. L’ imponente Falesia di Bandiagara con il suo misterioso popolo Dogon, le leggendarie città di Timbouctou e Gao che rievocano antichi miti del passato, la navigazione in piroga lungo il fiume Niger con le sue sponde brulicanti di vita, antiche città come Djenne’ con la sua Moschea di fango unica al mondo ed il coloratissimo e caotico mercato, insomma, il Mali non smetterà mai di stupirvi e affascinarvi.
Caricati gli zaini sopra un “tipico” rattoppato pulmino Africano, lasciamo la capitale Bamako per raggiungere la prima tappa del nostro viaggio : la città di Djennè. Siamo stretti come sardine e le strade piene di buche non aiutato la nostra schiena. Ad ogni sobbalzo, il nostro autista ci sorride divertito ripetendo “massage africain”! Eh si, conosciamo questo trattamento speciale che le strade africane riservano ai viaggiatori. Fa parte dell’avventura, ma non è assolutamente l’unico anche se tutte le volte speriamo che lo sia! Come in ogni viaggio nel continente nero che si rispetti, manca il tipico inconveniente al mezzo di trasporto. Neanche il tempo di pensarlo e “boom”. Sentiamo un rumore provenire dal tetto. Non capiamo cosa sia successo perchè sul tetto ci sono legati i bagagli, a meno che…Ci giriamo di scatto e vediamo che due bagagli hanno preso il volo.
L’autista ferma il minivan e abbastanza divertiti andiamo a recuperare gli zaini e li rileghiamo sul tetto con un doppio giro di corda. Nessun problema, tutto secondo i piani, possiamo continuare. La strada per Djennè è ancora lunga, mancano circa 400 km, e siamo pronti ad affrontare qualsiasi altro inconveniente. Come non detto. Questa volta il rumore proviene dal motore, abbiamo rotto la cinghia. Questa è l’Africa, nessuno si dispera ma si cerca di risolvere e arrangiarsi in qualsiasi modo. Qui le persone sono dei tuttofare, molto ingegnose e in grado di risolvere i problemi con nulla in mano. In un attimo, spuntate da chissà dove perchè ci siamo fermati in mezzo al nulla, alcune persone si avvicinano per aiutare il nostro autista.
Non abbiamo idea di come o cosa abbiano escogitato, qui non ci sono meccanici o negozi di ricambi auto, ma in poco meno di 1 ora riusciamo a riprendere il nostro cammino verso Djennè. Il viaggio prosegue senza altri intoppi e, finalmente, verso le 20, siamo al molo dove ci imbarchiamo sulla piccola chiatta per attraversare un’ansa del fiume Bani e raggiungere la città. Durante la stagione delle piogge, capita che Djenne’ venga circondata dalle acque del fiume dando l’impressione di essere un’isola. Ormai è buio, abbiamo solo il tempo di cenare con un piatto di riso e patate e sistemare le nostre tende sopra il tetto della nostra guest house.

E’ quasi l’alba e la voce melodiosa del muezzin che richiama i fedeli alla preghiera ci sveglia improvvisamente. Usciamo dalla tenda e davanti a noi abbiamo una vista spettacolare. Dal tetto della guest house si scorgono la Grande Moschea di fango e gran parte delle antiche case di argilla tipiche di questa città. Il centro storico di Djennè è stato dichiarato Patrimonio UNESCO nel 1988. Le abitazioni e la Grande Moschea sono costruite in “bancò”, una miscela di terra, paglia tritata e burro di karitè che viene fatta essiccare sotto il sole cocente. La città è anche famosa per il grande mercato che si svolge ogni lunedi’ tra le vie principali del centro storico fino ad arrivare alla Moschea di fango, affollatissimo, ricco di colori e dove le diverse etnie Bambara, Songhay, Dogon, Peul, Bozo e Tuareg si danno appuntamento per comprare o vendere i loro prodotti.

Dopo un’abbondante colazione, iniziamo la visita della città camminando tra le antiche stradine del centro fino ad arrivare al mercato. Fortunatamente non è ancora affollato, i venditore stanno ancora allestendo le moltissime bancarelle e sistemando la loro merce. I mercati africani sono qualcosa di unico dove si riesce a vivere interessanti spaccati di vita locale che oramai è impossibile ritrovare in altri Paesi. I prodotti piu’ venduti sono frutta, verdura, spezie, pesce, carne, ma anche oggetti come posate, pentole, padelle, cuoio e qualsiasi altro tipo di merce. in alcuni punti del mercato si trovano in vendita anche animali come bovini e capre.

Passeggiare attraverso questo vecchio mercato, circondati da case di fango e su questo terreno polveroso e sabbioso di un colore rosso acceso, è veramente qualcosa di speciale che ci riporta indietro nel tempo. Mentre osserviamo il mercato animarsi piano piano, un anziano signore, incuriosito dalla nostra presenza, si avvicina per salutarci. Si chiama Abdou, ci racconta che ha 70 anni ed è nato e cresciuto a Djenne. Possiede una bancarella al mercato che ora è gestita dai figli. Ci chiede da dove veniamo, cosa facciamo e cosa pensiamo della città di Djennè. Turisti se ne vedono veramente pochi da queste parti, siamo gli unici stranieri in giro per il mercato, e molti locali ci osservano divertiti. Abdou ci invita a casa sua, che si trova proprio sul lato destro del mercato, per offrirci un caffè e scattare qualche fotografia dal tetto. Siamo proprio fortunati, abbiamo la possibilità di visitare una tipica casa e vedere il mercato e la moschea da una posizione fantastica.

Ringraziamo Abdou per la piacevole visita e ci immergiamo nuovamente tra le bancarelle del mercato che oramai è diventato affollatissimo, fino ad arrivare di fronte alla maestosa Grande Moschea. Cuore della città, questo antico edificio fu costruito per la prima volta intorno al XIII° secolo, ma l’attuale struttura risale al 1907. Essendo costruita in bancò, necessita di una ristrutturazione ogni anno, soprattutto dopo la stagione delle piogge. La moschea, oltre ad essere uno splendido esempio di architettura sahariana, è il piu’ grande edificio al mondo costruito in terra.

Mentre osserviamo da vicino questo stupefacente edificio, si avvicina a noi il custode della moschea chiedendoci se siamo interessati alla visita del suo interno. Sappiamo che l’ingresso è riservato ai soli mussulmani, perciò rimaniamo un pò’ spiazzati da questa “offerta”. Dopo poco scopriamo l’arcano, per entrare all’interno della moschea dobbiamo pagare una mancia al custode. Ringraziamo per l’opportunità ma preferiamo rispettare le usanze religiose del Paese e continuare con la visita del mercato. Verso le 12, quando inizia a fare molto caldo, torniamo alla nostra guest house per pranzare e riposarci in attesa dell’escursione pomeridiana dove andremo alla scoperta di alcuni villaggi dove vivono i Peul ed i Bozo, due affascinanti gruppi etnici locali.

Contrattiamo il prezzo con un contadino e saliamo sopra un carro trainato da un cavallo. Costeggiando il fiume Bani arriviamo di fronte al villaggio di Serimou. Intorno a noi ci sono una moltitudine di carretti che trasportano merci di ogni tipo e locali che attendono di attraversare il fiume. Ci accodiamo e con una piroga ci facciamo accompagnare sull’altra sponda del fiume Bani. Il villaggio di Serimou è molto piccolo, le sue case sono tutte costruite in bancò con il solo piano terra. In diversi punti il villaggio è circondato da un muro basso di argilla, probabilmente usato come protezione da eventuali alzamenti del livello del fiume durante la stagione delle piogge. Alcune aree del villaggio sono coltivate anche grazie alla fertilità del terreno dovuta all’acqua del fiume Bani. A quest’ora del pomeriggio, il villaggio è praticamente vuoto poichè la maggior parte degli abitanti sono a lavorare a Djennè. Incontriamo solamente alcune donne intente a fare il bucato, qualche pescatore lungo le rive del fiume, e gli immancabili bambini che ci accompagnano durante la nostra passeggiata tra le strette e polverose vie del villaggio. L’edificio che ci colpisce di più è la bella moschea, costruita naturalmente in bancò come tutti gli altri edifici.

Lasciato Serimou proseguiamo la visita raggiungendo il villaggio di Senoussa, sicuramente il piu’ interessante della giornata. Il capo del villaggio ed Imam della piccola moschea di fango ci accoglie con gran entusiasmo , felice per la nostra visita. Dopo aver scattato alcune foto insieme proprio davanti la bella moschea, ci guida attraverso il villaggio fino ad arrivare alla sua abitazione dove ci presenta la propria famiglia e ci prepara un caffè. La moglie dell’Imam indossa un foulard come copricapo, un piccolo anello al naso e dei grandi e spessi orecchini d’oro a tortiglione, tipici della tradizione Bozo. Anche se è cosi’ facile capirsi, parlando un po’ di francese ci racconta che il villaggio vive soprattutto di pesca e agricoltura.
Una parte dei prodotti della pesca e dell’agricoltura viene distribuita agli abitanti del villaggio, mentre l’altra parte viene portata al mercato di Djennè per essere venduta. I bimbi piu’ piccoli, tra cui quelli dell’Imam frequentano la scuola del villaggio, dove l’Imam stesso è anche maestro, mentre quelli più grandi studiano a Djennè. Davanti alla tazza di caffè, ci mostra alcune foto scattate insieme ad alcuni turisti francesi che hanno visitato Senoussa l’anno precedente. Da queste parti è raro incontrare turisti, e quando capita, ci dice che è estremamente felice di immortalare “l’evento”. E’ quasi ora di tornare in città. ringraziamo l’Imam per l’ospitalità con la promessa di inviargli non appena possibile le foto che abbiamo scattato tutti insieme. Mentre torniamo a Djennè, ci godiamo il tramonto lungo il fiume ripensando a questa meravigliosa giornata che abbiamo trascorso in uno dei luoghi magici ed ancora incontaminati dell’Africa!
