Viaggio attraverso il deserto della Dancalia

La Dancalia si trova nell’estremo nord est dell’Ethiopia, ai confini con L’Eritrea ed è una regione arida e desertica, conosciuta anche come “la terra del diavolo” per essere uno dei luoghi più inospitali al mondo. Diverse sue aree si estendono a più di 100 metri sotto il livello del mare ed hanno una temperatura media annuale che la rendono la zona più calda del pianeta. In questa zona desertica e selvaggia, dominata da vulcani ancora attivi, laghi salati, paesaggi lunari, pianure infinite di sale, conformazioni rocciose bizzarre ed abitata dal mitico popolo degli Afar, si nascondono delle attrazioni naturalistiche meravigliose che ci hanno spinto ad organizzare la nostra avventura in Ethiopia. Il deserto della Dancalia non è un viaggio per tutti. Bisogna essere motivati e sapersi adattare. Non ci sono hotel, non ci sono comfort, si viaggia su piste sterrate aride e desertiche per ore e ore senza incontrare anima viva e fa molto caldo. Troppo. Nonostante ciò, verrete ripagati dalla bellezza della natura che in questa regione sperduta ed estrema ha creato un qualcosa di unico.  Terminato il viaggio, ve la porterete nel cuore insieme a tutte le difficoltà che avrete affrontato, felici per aver potuto attraversare una terra tanto inospitale quanto meravigliosa.

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tratto di strada tra Logya e Afdera
  • Logya – Lago Afrera

Dopo aver lasciato Logya, una minuscola cittadina polverosa al confine della regione Afar, facciamo strada verso il villaggio di Afdera, dove si dice inizi la depressione della Dancalia. La strada che collega Logya ad Afdera traccia un paesaggio desertico dove incontriamo solo alcuni camion che trasportano il sale. Durante una sosta dopo diverse ore di guida,  facciamo il nostro primo incontro con due ragazzi Afar. Questa popolazione è ben conosciuta per essere l’unica in grado di resistere alle alte temperature che attanagliano questa regione sperduta durante l’anno e sono noti per non essere troppo socievoli. I due giovani ragazzi si avvicinano alle jeep incuriositi dalla nostra presenza ma alla loro vista rimaniamo di stucco. A tracolla indossano due kalashnikov. Fortunatamente si dimostrano amichevoli e cercano di comunicare con noi, chiedendoci una sigaretta da fumare. Per stemperare la tensione, dato che non è mai bello avere di fronte due persone sconosciute con i kalashnikov pronti all’uso, chiediamo di fare qualche fotografia insieme. Divertiti dalla nostra richiesta, i due ragazzi si prestano volentieri per qualche scatto, prima di riprendere il loro cammino in mezzo al nulla.

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Giunti a pochi chilometri da Afdera, iniziamo ad intravedere il grande lago salato Afrera e lungo la strada compare finalmente un poco di vita. Diversi gruppi di lavoratori, nonostante il sole cocente, sono intenti ad estrarre il sale dalle moltissime saline create proprio lungo le sponde del lago. Ovviamente, in questa zona l’attività principale è la raccolta del sale che viene caricato su grossi camion per essere poi portato ad Addis Abeba e venduto. Ci fermiamo una decina di minuti per visitare un paio di bacini e scattare qualche fotografia. Quello che ci colpisce sono le incredibili formazioni saline che si creano in alcuni punti dove l’acqua non si è ancora prosciugata per il calore. Lavorare con questo caldo è veramente stancante e faticoso, ma ancora niente rispetto a quello che vedremo nei prossimi giorni nella vasta piana del sale nell’area nord della Dancalia. Qui sulle sponde del Lago tira una leggera brezza che rende – si fa per dire – più gradevoli le temperature. 

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Afdera è solo un piccolo villaggio con poche baracche in lamiera dove i numerosi lavoratori passano la notte prima di tornare al lavoro nelle saline. Senza perdere tempo, ci dirigiamo immediatamente al mitico lago Afrera, conosciuto anche come lago Giulietti, un lago vulcanico di acqua salata situato a più di 100 metri sotto il livello del mare, alimentato da torrenti sotterranei in una delle più profonde depressioni del pianeta. Il nome “Giulietti” fu dato dall’esploratore italiano Ludovico M. Nesbitt che attraversò l’intera depressione della Dancalia nel 1928, in memoria di un altro esploratore italiano, Giuseppe Maria Giulietti, ucciso dagli Afar a sud-ovest del lago. Questo di fronte a noi è un paesaggio molto pittoresco ed è interessante visitare e camminare tra i bacini dove gli Afar ottengono il sale attraverso l’evaporazione  dell’acqua del lago.

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il Lago Afrera

Sistemiamo le nostre tende vicino alla riva, nelle vicinanze di un punto conosciuto come “sorgenti calde“. in questa piccola ansa del lago, si può passare una bella ora di relax immersi nell’acqua calda che sgorga dalle rocce e dimenticare il lungo percorso che ci ha portato all’inizio della Dancalia. Ci godiamo un bellissimo tramonto, poi allestiamo il campo e prepariamo la cena. Domani sarà una giornata faticosa perchè ci attende la scalata del leggendario  vulcano Erta Ale!

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